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Top 10 14/15 – Il gol di Antonini in Genoa-Juventus

Terza puntata della Top 10 del campionato rossoblu 2014/15 e terza immagine simbolo della stagione, che ci porta, dopo la vittoria di Parma firmata Alessandro Matri, ad un’altra memorabile vittoria, sempre conquistata all’ultimo minuto. Parliamo di Genoa-Juventus dello scorso 29 ottobre, terminata 1-0 grazie alla zampata di Luca Antonini. È questa l’immagine scelta, ma non è soltanto il gol segnato al 93° di quella partita, ad avere fatto entrare definitivamente il terzino ex Milan nel cuore dei tifosi rossoblu: è necessario contestualizzare e ricordare cosa è successo a Genova solo 20 giorni prima della gara. Un’altra alluvione, fiumi esondati, danni ingenti, una persona morta, migliaia di commercianti senza lavoro, ridotti sul lastrico. E i Genovesi che scendono di nuovo per le strade della città, maniche rimboccate, pala in mano, pronti a spalare via il fango. Si mobilitano anche i tifosi, e la foto di due ragazzi che collaborano, uno con la maglia del Genoa e l’altro con la maglia della Sampdoria, diventa l’immagine simbolo, e per qualche giorno i Genovesi dimenticano il calcio, il Derby, il menaggio. Tra gli Angeli del Fango c’è anche Luca Antonini. Un gesto, quello di scendere in strada ad aiutare i Genovesi, che gli varrà l’eterna riconoscenza della città, un gesto ben più importante di quello che farà al 93° minuto di Genoa-Juventus.

Genoa-Juve, per l’appunto. Turno infrasettimanale, il Genoa arriva carico dalla vittoria con il Chievo, firmata Matri-Pinilla, se dici “Genoa-Juve”, negli occhi dei tifosi c’è ancora la beffarda punizione di Pirlo dell’ultima volta, che consegnò i tre punti ai bianconeri nel marzo precedente, a pochi minuti dalla fine. C’è voglia di vendetta, mettiamola così. Ma c’è anche aria di festa al Ferraris, con il cantante Jack Savoretti che si esibisce in concerto nel pre-partita, e gira alcune immagini da utilizzare poi nel video della sua canzone “Home”.

E c’è soprattutto stupore quando, all’ingresso delle due squadre sul campo per il riscaldamento, i tifosi rossoblu vedono un volto nuovo tra i titolari: è Rolando Mandragora, 17 anni, capitano della Primavera, pronto ad esordire in Serie A contro i campioni d’Italia. Qualcuno si chiede cos’abbia portato il Gasp ad un simile azzardo. La risposta è tutta nei 70 minuti giocati dal numero 38 rossoblu. Perfetti.

Più di una volta è andato a contendere il possesso a Pogba e due volte ha rubato palla a Tevez. Mandragora non ha mai avuto paura di giocare il pallone le poche volte in cui è stato chiamato in causa in fase di possesso, decidendo quando tenerla a contatto con il piede o quando tentare il passaggio veloce, facendo intuire una certa predisposizione a dettare i tempi di gioco.

In altre parole, un esordio indimenticabile, come lo ha definito il diretto interessato. Se la partita fosse finita 0-0, probabilmente i giornali sportivi avrebbero parlato solo di Mandragora, o tutt’al più delle parate di Perin (due in particolare, nel secondo tempo, su Morata). Perché il Genoa ha giocato una buona partita, di sostanza, di carattere, ma senza rendersi mai davvero pericoloso, a differenza della Juve che colpito due legni ed è spesso arrivata al tiro in porta. Ma il DNA del Grifo dice di non arrendersi mai. E al 93°, ecco cosa succede.

 

 

Ma no Antonini no, ma no Antonini no” dice Claudio Zuliani che commenta la partita per i tifosi bianconeri.

Antonini sì.

Riccardo Marogno


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